Dal 26 novembre 2010 al 1 maggio 2011 si potrà ammirare, nella Camera del Duca Cosimo I dei Medici in Palazzo Vecchio l’opera d’arte “For the Love of God” dell’artista contemporaneo Damien Hirst. Un po’ di numeri: 8.601 diamanti al massimo grado di purezza, un grosso diamante rosa a forma di lacrima incastonato sulla fronte (chiamato “la stella del teschio”) per un totale di 1.106,18 carati. È considerata l’opera d’arte più costosa mai realizzata il cui valore si aggira intorno ai 100 milioni di euro. Essa è stata ricavata da un calco in platino di teschio umano in scala reale e i denti sono originali, ottenuti da un cranio vero del Settecento acquistato da Hirst a Londra. Al cospetto di questo oggetto altamente perturbante, in cui morte e glamour si trovano a braccetto, lo spettatore è chiamato a rispecchiarsi in esso e a vederci riflessa la propria stessa precarietà in una promessa di eternità che sembra completamente materiale. Dice Rudi Fuchs nel catalogo della prima presentazione di quest’opera-immagine:
That is why it is such a sad and iconic image of the passing of time. But the diamond skull is made of materials of utmost durability. Platinum lasts forever, diamonds are eternal. […] There, in that ambiguity, the skull proclaims victory over decay.
Quindi decadimento e immortalità, morte ed eternità.
Che cosa vi trasmette l’immagine di un teschio? È davvero diverso il suo messaggio, in quanto tempestato di diamanti?
Se penso al teschio mi viene in mente, con una sorta di brain-storming le parole “paura”, “riti oscuri”, “morte”. Ma in realtà il teschio è il segno tangibile che qualcosa di vivo, qualcosa che abbia avuto la possibilità di respirare la vita, sia passato di lì. E questo segno rimane, per sempre (se non si sbriciola prima) oltre noi: noi siamo transitori, quello che abbiamo pensato, detto e sostenuto non si può carpire da questo straordinario e complesso insieme di ossa.
Quando guardo un teschio (e, grazie allo studio dell’Anatomia ho avuto modo di vederne anche di veri) noto che esso suscita in me un certo fascino: è come se lui, avvolto nel suo silenzioso mistero portasse con sé il conseguimento di una verità a me sconosciuta. Lui sa qualcosa che io non so. Lui sa cosa c’è dopo, io lo posso solo immaginare. E mi immagino che lui, mostrando vistosamente le sue arcate dentarie in realtà rida di me e di tutto ciò che gli sta intorno. Ride, in silenzio.
Voi che ne pensate? Avete già avuto modo di visionare quest'opera?
Fonti:
http://www.museicivicifiorentini.it/palazzovecchio/evento29.htm
http://mostreemusei.sns.it/index.php?page=_layout_mostra&id=802&lang=it
Ne avevo sentito parlare ma non l'ho visto dal vivo. Onestamente l'unica cosa che m viene in mente vedendo quest'opera è:ma come si può sprecare tutti questi bellissimi diamanti?!a parte gli scherzi,è molto bella la tua riflessione.Le ultime frasi sono proprio veritiere e concordo pienamente!!
RispondiEliminaGrazie Giulia! Effettivamente sono tanti diamanti e fa riflettere che sia così preziosa e costosa un'opera così "particolare"...
RispondiEliminaNeppure io ancora l'ho visto! ma CI andremo presto!!!Riguardo alla domanda che hai posto penso che sia proprio per quello che il teschio è diventato un'icona fashion così in voga!Sfoggiarlo intorno al collo (come nelle da me medesima adorate "skull scarf" by McQueen) è un modo per sublimare la paura della morte e del non conosciuto.Lo stesso McQueen, il cui stile è fortemente impregnato nel mondo gotico e dark e la cui musa ispiratrice è sicuramente la Morte, possiedeva una personalità complessa e problematica.Al contrario di ciò che sembra, esibire raffigurazioni di non vita, non è simbolo di accettazione degli stessi ma di seduzione verso il fascino oscuro che emanano. Martina.
RispondiEliminaInteressante! Per me la scelta dei diamanti, oltre che per destare un po' di clamore, è dovuta appunto al fatto che sono dei materiali eterni, come eterna è la morte, che contrastano con la relativa brevità della vita.
RispondiElimina@ Martina: è vero, un fascino oscuro, un desiderio di sublimazione... Forse anche una catarsi? Un modo per scongiurarla, per far si' che, giorno dopo giorno si possa affermare e sedimentare l'idea che la morte e' inequivocabilmente una parte di noi
RispondiElimina@ Ludovica: esatto! E' proprio questo il motivo per cui sono stati usati i diamanti! O almeno e' quello che ho scoperto leggiucchiando su internet
per quanto questa opera sia "particolare" e l'evento sia eccezionale (se non ricordo male, il teschio prima di firenze è stato esposto solo a londra e ad amsterdam), non ha avuto molto successo...qualche giorno fa lessi che è stato quasi un "flop", con cifre molto ridimensionate rispetto a quelle previste, e anche sentendo il parere di alcuni miei amici ho avuti pareri contrastanti.
RispondiEliminaIo personalmente ammetto di essere molto "attratto" da quest'opera: ancora non sono andato a vederla, ma mi piacerebbe molto...
l'idea in sè per sè di unire questi due "elementi" è un'azzardo, una scelta coraggiosa: il teschio, da sempre la parte più simbolica dell'intero scheletro, e quindi della morte, o anche del male (basti pensare ai pirati), è qualcosa che l'uomo comune tendenzialmente ripudia, evita, preferisce non averci a che fare...mentre il diamante è la purezza, la perfezione, ciò che può essere scalfito solo da un altro diamante, quello che tutti vogliono, il desiderio nascosto di tutti; perciò nelle persone si crea un conflitto interno dettato dalla presenza di attrazione e di "paura" al tempo stesso, che crea questa particolare sensazione di curiosità mista a scetticismo.
In me prevale la curiosità, a cui aggiungo anche la convinzione che ormai al giorno d'oggi bisogna cercare di "superare" le varie credenze e leggende popolari che sono legate al teschio e al suo valore simbolico (e ricordiamo che in questo teschio di vero ci sono solo i denti)...l'eccezionalità poi dell'evento, come ho detto prima, quasi mi "obbliga moralmente" ad andarci (della serie, "ci devo andare, è un'occasione praticamente irripetibile").
L'unica cosa che mi dispiace è che i fiorentini l'abbiano sottovalutato, non rendendosi conto che per firenze l'aver esposto questa opera è motivo di orgoglio e di prestigio internazionale, almeno secondo il mio punto di vista.
Si è un peccato: chissà perché non l'abbiamo apprezzato...
RispondiEliminabellissimo post giorgia, e molto interessanti anche tutti i commenti :) spero di poterla vedere dal vivo insieme a voi al più presto! è un'opera che mi ha intrigata fin da subito (tra l'altro vidi il manifesto per strada nel bel mezzo del periodo-anatomia I!) e la trovo artisticamente raffinatissima. eppure ho ricevuto molti pareri contrastanti, molti la reputano addirittura di pessimo gusto. credo che questo sia dovuto al fatto che per la maggior parte delle persone la figura del teschio evochi ineluttabilmente la morte, nel suo aspetto più oscuro. questo rappresenta una sorta di tabù, dal quale alcuni (in particolare noi giovani e ancora di più noi studenti di medicina) si sono liberati (anche solo il fatto di aver maneggiato crani tutti i giorni per intere settimane ci ha permesso di avere una visione più "terrena" e asettica della morte). in ogni caso, io la trovo bellissima :)
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