mercoledì 27 aprile 2011

Assignment 6: Impariamo ad usare PubMed


Impariamo ad usare PubMed:
Ne avevo già sentito parlare prima d'ora, sapevo (dagli assignments precedenti) che sarebbe arrivato il momento in cui l'avremmo conosciuto e grazie ai tutorials trovati nel sito del professore, possiamo meglio comprenderne le potenzialità.


Ma cos'è PubMed? E' una banca dati biomedica accessibile gratuitamente on line che viene sviluppato e mantenuto dalla National Center for Biotechnology Information NCBI), presso la US National Library of Medicine(NLM), che si trova presso il National Institutes of Health (NIH). PubMed comprende oltre 20 milioni di citazioni di letteratura biomedica da MEDLINE, riviste di scienze della vita, e libri online. Citazioni di PubMed e abstract includono i campi della medicina, infermieristica, odontoiatria, medicina veterinaria, il sistema sanitario, e delle scienze precliniche. PubMed offre anche accesso a ulteriori siti Web rilevanti e link alle altre risorse di biologia molecolare NCBI.


PubMed è una risorsa gratuita. Anche se non tutti i suoi articoli sono disponibili gratuitamente, per alcuni è infatti previsto il pagamento. A tal proposito, il professore ci ha spiegato tramite un breve ed esaustivo tutorial, come utilizzare il proxy della rete universitaria in modo da poter accedere anche dall’esterno ai periodici per i quali l’Ateneo ha acquistato l’abbonamento.


First step: raggiungere il sito di PubMed. Non vi ricordate l'Url? Visto che è difficile da ricordare, basta digitare “PubMed” su Google e compare il link


PubMed ci accoglie con una frase (rigorosamente in inglese, la lingua della scienza) che può, a prima vista, spaventarci un pochino:


"PubMed comprises more than 20 million citations for biomedical literature from MEDLINE, life science journals, and online books"


Ma non lasciamoci distrarre dal nostro obiettivo: riuscire a districarci in questo banca dati a noi sconosciuta e compiere una ricerca che ci possa essere utile per i nostri studi. Per quella che sembra un'enorme quantità di dati a disposizione, non ci dobbiamo preoccupare troppo: esistono diversi limiti e filtri da utilizzare a nostro vantaggio e li vedremo tra breve.
Decido di buttarmi alla ricerca di informazioni e pubblicazioni circa l'osteoporosi, quella condizione di fragilità delle ossa che colpisce maggiormente i soggetti anziani, qualora non si verifichi un corretto equilibrio tra i processi di riassorbimento e deposizione del tessuto osseo. Inserendo il termine “osteoporosis” ecco che compaiono 52148 risposte. Decisamente troppe. A questo punto posso agire focalizzando la mia ricerca e lo posso fare in diversi modi. Noto, intanto che a destra il sistema mi da dei suggerimenti:




decido di cliccare su “osteoporosis prevention”: compaiono in questo modo 14049 risultati. Ho già operato una prima scrematura. Ma procediamo ancora: clicchiamo sui limits. Inserisco queste limitazioni:


Sotto Dates inserisco “published in the last year”
Sotto Species inserisco “humans”
Sotto Subsets “Cancer”
Sotto Languages “English”


Clicco su “search”: 114 risultati. Molto meglio! Procediamo ancora: decido di focalizzarmi sulla prevenzione dell'osteoporosi su soggetti d'età compresa tra i 19 e i 24 anni, per cui lo inserisco tra i miei limits:


Sotto Ages inserisco “Young Adult: 19-24 years”
clicco su search: ho ottenuto 4 risultati, di cui uno solo 1 con in versione “free full text” http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed


Sicuramente in questi primi anni di studio dobbiamo porre le basi e acquisire quel linguaggio tecnico che ancora ci manca per poter comprendere a pieno articoli scientifici di questo calibro, ma sicuramente tra qualche anno PubMed ci risulterà utilissimo e diverrà addirittura indispensabile per la nostra tesi di Laurea. 

domenica 10 aprile 2011

Un Tetris per cancellare i ricordi traumatici

Avete presente Tetris, il gioco?

Per chi non ce l'avesse presente, Tetris è un videogioco di logica e ragionamento che si basa sull'utilizzo dei tetramini (ciascuno composto da quattro blocchi) che cadono dall'alto della videata e il compito del giocatore è ruotarli e/o muoverli in modo che creino una riga orizzontale di blocchi senza interruzioni. Quando la riga è stata creata, i mattoni spariscono e i pezzi sovrastanti (se ce ne sono) cadono a formare nuove linee.

Un gioco semplice, tutto sommato, che tutti conoscono o hanno sentito parlare.
Ebbene sembra che questo videogame abbia proprietà terapeutiche.

Secondo una ricerca condotta a Oxford, giocare a Tetris subito dopo un evento traumatico ridurrebbe brutti ricordi, flashback e sintomi da stress. Ma attenzione, solo il Tetris, proprio perché sembra che altri videogiochi abbiano l'effetto esattamente opposto.

Ecco come è stato condotto l'esperimento:
Gli scienziati hanno mostrato immagini traumatiche e violente a tre gruppi di volontari. Hanno poi invitato il primo gruppo a giocare a Tetris per 20 minuti, mentre il secondo si è cimentato con un quiz. Il terzo gruppo, utilizzato come gruppo di controllo, non ha fatto nulla. I risultati sono stati eclatanti: mentre i giocatori di Tetris hanno avuto molti meno flashback rispetto al gruppo di controllo, coloro che hanno giocato con il videoquiz ne hanno avuti molti di più. E l’effetto positivo del Tetris era ancora misurabile a ore di distanza dalla visione delle immagini. <<Le nostre ricerche evidenziano come il Tetris possa funzionare se giocato entro 6 ore dalla visione delle immagini traumatiche. Il gioco comunque non cancella i brutti ricordi, ma riduce la loro riproposizione>> spiega Emily Holmes del dipartimento di Psichiatria dell’ Università di Oxford e responsabile dello studio.

Ma cosa s'intente per "riproposizione dei brutti ricordi"? La mente umana ha due diverse dimensioni: una sensoriale, che raccoglie gli impulsi di vista, udito, tatto e gusto, l’altra concettuale, deputata a elaborare queste informazioni. Solitamente queste aree sono in equilibrio tra loro e lavorano insieme. Ma un trauma può sbilanciare questo meccanismo amplificando a dismisura percezioni e sensazioni: allora l'incidente d’auto che abbiamo vissuto non ci appare più come una storia coerente, ma come un insieme di immagini sconnesse di lamiere contorte, airbag che esplodono e gomme che stridono. E queste scene possono tornarci ossessivamente davanti agli occhi anche per anni.  Sembra dunque che giocare a Tetris, riconoscendo le figure e spostandole sulla griglia, occupi il canale sensoriale del cervello in questo modo le immagini e i suoni del gioco riuscirebbero a sovrapporsi a quelli dell'incidente.

La fonte da cui ho tratto questo articolo, conclude con una domanda: "Ma quindi il Tetris farà parte della dotazione standard di ambulanze e squadre di soccorso?"
Sembra di no, in quanto occorreranno ancora diversi anni affinché venga condotta una sperimentazione clinica adeguata.

Voi che ne pensate?
Io ritengo sia alquanto curiosa come faccenda... E sarebbe secondo me interessante quanto ampio sia lo spettro di applicabilità di questa teoria... scoprendo anche quali giochi siano utili a questo scopo e quali no. Immagino che che Prevolution Soccer non sia tra questi... ma Pac Man? Memory?

Fonti:

sabato 2 aprile 2011

Tanto caffè? Ti stanca di più!

Ho seguito il consiglio datomi da Alessia http://magic-and-medicine.blogspot.com/ e ho frugato tra i link che consiglia sulla sinistra del suo blog (alcuni li ho anche inseriti sul mio delicious) e ho trovato un articolo molto interessante su WebMD che mi riguarda da vicino...


Ultimamente mi ritrovo ad essere molto stanca, ho spesso sonno e penso continuamente al mio letto con il mio piumone bianco e batuffoloso (anche se con il caldo che sta arrivando dovrò presto deporlo nel mio armadio). Questo perchè sto cercando di dedicarmi al meglio alle attività che mi sono scelta, anche se ovviamente nel bilancio della giornata, qualcosa si dovrà pur sacrificare... E al momento sto sacrificando le mie ore di sonno. Mi direte: "Sei una studentessa universitaria?" "Vuoi fare il medico? Beh dovrai abituarti a dormire poco!". Si lo so, me ne rendo conto... però il sonno rimane :-) Mi ci dovrò abituare, sta di fatto però che studiare con poche ore di sonno è assai difficile e in base a quello che ho letto su questo articolo, anche la caffeina può portarti a essere ancora più stanco...


L'articolo sopra citato elenca quindici motivi per cui potremmo accusare stanchezza e fatica e come cercare di combatterli. Oltre al "dormir poco" (tutti sappiamo che per risultare in forze e attivi anche dal punto di vista celebrale dovremmo dormire dalle sette/otto ore al giorno) e altri motivi legati a patologie vere e proprie come anemia, depressione, ipotiroidismo, infezioni urinarie ecc mi hanno colpito alcune cause che ci possono riguardare nella nostra every day life che non conoscevo:


1) Una moderata assunzione di caffeina tramite caffè, tè, cioccolata, soft drinks ecc può migliorare l'attenzione e la concentrazione, ma un'eccessiva assunzione può accelerare il battito cardiaco la pressione sanguigna e portare ad accusare segni di stanchezza. Attenzione però ad "interrompere" bruscamente l'assunzione di questa sostanza: si potrebbe percepire ancora più stanchezza. In poche parole, meglio moderare, come sempre... Io mi sa che mi sono fregata in questo modo, ormai un solo caffè la mattina non mi fa più nulla, purtroppo neanche due...
2) Disidratazione: bere poco porta ad accusare ancora più stanchezza. Sia che si stia lavorando attivamente fuori o si sia in ufficio, il corpo ha bisogno di acqua per funzionare bene e conservarsi al fresco. Se hai sete, sei già disidratato.
3) Se sei moderatamente stanco e ciò non è dovuto a qualche patologia, la soluzione potrebbe essere semplicemente quella di compiere un po' di attività fisica: un programma adatto alla tua persona può darti una scarica di energia. Per quanto riguarda questo punto mi trovo d'accordo: spesso sono stanca e senza voglia di andare a fare palestra, ma quando torno mi sento più "attiva" e con più energia addosso.
4) Apnee notturne: potrebbe capitare di pensare di dormire un numero significativo di ore, ma di sentirsi stanchi in quanto, durante il sonno si verificherebbero delle apnee che lo interrompono  per breve tempo. Ogni interruzione sarebbe in grado di svegliarci per un momento, anche se non ne siamo coscienti. Le soluzioni sarebbero quelle di perdere peso se sovrappeso, smettere di fumare e di dormire con un CPAP per mantenere pervie le viee aeree. Il CPAP (Continuous Positive Airways Pressure) è una metodica che fa uso di un minicompressore collegato ad una maschera facciale che il paziente deve indossare nel corso della notte. Agendo come dilatatore pneumatico delle vie aeree superiori, la CPAP evita l'ostruzione, annullando l'evento generatore dell'apnea. Purtroppo è scarsamente tollerata da chi la indossa. Trovate qui qualche info in più.


E voi? Dormite riposandovi veramente? Avreste qualche altro consiglio da darmi...?

Assignment n.4: Social bookmarking

Devo essere sincera: all'inizio ero molto scettica sulla reale utilità di ricorrere a un servizio web per gestire i miei bookmarks. Al momento in cui lessi l'assignment sul blog del professore mi riconobbi tra quelli che potevano pensare "ma a cosa serve un sito che collezioni i miei bookmarks, quando lo può già comodamente fare il mio firefox/google chrome"? Devo anche dire che, con un occhio un po' distratto, mi sembrava anche un tantino "forzato", "complicato".
Poi, all'improvviso mi si è accesa una lampadina.
Mi sono ricordata del fatto che qualche tempo fa, una mia amica del quarto anno di Medicina, nel darmi qualche utile consiglio per studiare Anatomia I mi inviò una mail in cui mi diede l'indirizzo di una pagina web (allora la etichettai come tale) dove avrei potuto trovare numerosi siti anatomici su cui poter studiare. L'email però mi arrivò tardi (il giorno del mio esame) per cui non ebbi l'occasione di studiarci sopra. Passò inoltre un po' di tempo, per cui mi dimenticai di quella email (eh già a vent'anni si comincia a dimenticare, siam messi bene!). 
Leggendo il post del professore nel quale si faceva cenno a delicious mi si è però accesa la già citata lampadina. Avevo già sentito/letto quell'aggettivo (delicious appunto) così particolare... Sono così andata alla ricerca di quella famosa mail ed ecco che vi ho trovato il link alla pagina "personale" (tra virgolette perché di personale alla fine c'è poco, personali sono sì gli interessi e i bookmarks raccolti, ma i links sono visibili e giustamente accessibile a tutti) della mia amica. E non so perché, ma alla fine ho guardato quella pagina con occhi diversi, rendendomi veramente conto della sua straordinaria utilità. Nel corso degli anni, link dopo link, esame dopo esame, Anna (così si chiama) aveva salvato i siti che le erano risultati più utili, su cui aveva studiato più spesso e li aveva raccolti, associando ad ogni sito, uno o più tags. Mi è stato così sufficiente digitare il tag "medicina" per trovare siti utili per anatomia, embriologia, istologia, biochimica... Personalmente, da grande golosa che sono ho trovato molto interessante anche l'elenco comparso dopo aver digitato il tag "ricette"... Gli scones e i biscotti al cocco hanno attirato la mia intenzione.


Perché quindi è utile un bookmark-collector come delicious?
1) Puoi accedervi da dovunque, non devi ricorrere continuamente a un motore di ricerca per trovare quel dato e preciso link se non ti trovi esattamente davanti al tuo computer. Io per esempio usavo prima firefox, ora mi sono convertita a google chrome e non ho spostato tutti i mei bookmarks per cui alle volte, nonostante abbia aperto uno dei due, mi ritrovo a dover aprire anche l'altro per andare a trovare quello che sto cercando.
2) Puoi condividere i link che più ti piacciono e interessano con tutti: puoi condividere i tuoi interessi, dallo sport, alla cucina, alle vacanze, allo studio. Puoi "trasmettere" in questo modo anche parte del tuo sapere, delle informazioni che hai acquisito tramite una certa ricerca. "Frugando" un po' tra i link della mia amica ho avuto modo di salvarli sulla mia pagina (semplicemente cliccando su "save" accanto al link) e magari, da qui a qualche anno anche io avrò modo di creare la mia collezione che potrà essere utile a qualcun'altro, sempre nell'ottica del collaborare per arricchire la nostra formazione.


Credo che collaborare e condividere siano due verbi molto importanti che dovremmo sempre tenere a mente: non arriveremo da nessuna parte se terremo le informazioni acquisiste solo per noi, magari anche solo pensando che, in questo modo, riusciremo a diventare "più bravi degli altri" ("e perché no scusa, lui questa cosa non la sa, quindi è più indietro di me, quindi sarà meno bravo di me"). Se chi ci ha preceduto non ci avesse trasmesso il suo sapere, noi dove saremmo oggi? Non potremmo facilmente fruire delle scoperte e delle sempre nuove invenzioni che hanno caratterizzato il corso della storia. Chi viene dopo di noi non dovrà così cominciare ogni volta da capo: potrà beneficiare dei nostri successi e insuccessi, facendone tesoro e così iniziando il proprio percorso, "uno scalino più in alto". Solo in questo modo potremo mettere in pratica il pensiero di Bernardo di Chartres che diceva “gli uomini sono nani che camminano sulle spalle di giganti, più piccoli dei grandi del sapere, ma pronti a salire loro in spalla per guardare dall’alto le loro gesta e fare luce il più possibile su di esse.


Nel caso qualcuno volesse darci un'occhiata... ecco la "mia" pagina personale: http://www.delicious.com/ciliegina 
Mi sono chiamata ciliegina (chissà perchè :-))